Un sommelier o un professionista del vino che voglia avere una preparazione sufficiente, non può esimersi dal rimanere costantemente informato su tutto ciò che ruota attorno a questo mondo.
Per un buon aggiornamento su quel che succede in Italia e non, ci si può tenere tranquillamente in allenamento dal divano, grazie a tutte le informazioni disponibili sul Web, infatti, abbiamo molto materiale a portata di mano. Ma questo non è assolutamente sufficiente.
Bisogna calcare le vigne!
È fondamentale interfacciarsi con i produttori, avere un rapporto diretto con chi il vino lo fa.
“Voi di vino ne sapete meno di zero!”
Questa è la frase con cui qualche anno fa, il mitico Gianfranco Soldera, ha accolto me e i miei colleghi di studio durante una visita presso la sua cantina. E dopo un’intera giornata in sua compagnia, trattati con molto affetto sincero, come nipotini stupidi a cui dover insegnare tutto, mi sono reso conto che effettivamente io, di vino, ne so davvero meno di zero.
È impressionante tutto quello che si possa imparare in una giornata in vigneto e in cantina, accompagnati da un produttore, un agronomo o un enologo, che abbia voglia di spiegarti qualcosa. Ed è necessario cercare di conoscere più viticoltori possibile, per comprenderne la filosofia e lo studio che li ha portati a fare determinate scelte piuttosto che altre: la decisione del posto in cui mettere a dimora un vigneto; se utilizzare un portainnesto o un clone piuttosto che un altro; regime biologico, biodinamico, naturale o convenzionale, lavorazioni in vigna, lavorazioni in cantina, lieviti, filtrazioni, macerazioni, la bottiglia e il suo colore, il tappo e le sue dimensioni, lavorazioni in ossidazione, in riduzione, solfiti, temperature di fermentazione…
Potrei andare avanti a cascata con questo elenco per almeno altre dodici pagine.
Il fatto è che, in questo settore, niente è lasciato al caso. Queste persone, che il vino lo fanno, hanno un approccio decisamente diverso rispetto a quello del sommelier o dell’appassionato, parlano spesso in modo semplice e diretto, senza fronzoli o ghirigori, magari in modo tecnico, si, ma sono abituati ad andare al punto.
La maggior parte di loro ha una profondissima conoscenza delle proprie uve e dei territori in cui si trovano a lavorare. E mentre loro, giornalmente, affrontano tutti i problemi del caso per arrivare a mettere il vino in bottiglia, noi dall’altra parte stiamo a discutere se quel sentore è di mela renetta o fuji, più o meno matura.
Insomma, il punto di questo discorso è più semplice di quanto sembri. Va bene tenersi informati e sviluppare al massimo le nostre capacità di analisi organolettica, per riuscire a valutare un vino nelle sue sfaccettature; ma è molto più interessante andare a vedere con i propri occhi come il colore di un vino, i suoi profumi e le sue caratteristiche, nascano e prendano vita, Magari, facendosi spiegare, passo dopo passo, tutta la complessità che c’è dietro, da chi, con questa complessità, ci fa i conti tutti i giorni.